Introduzione alla pianta

La canapa (Cannabis sativa L.) è una pianta millenaria, largamente impiegata nei secoli passati per la produzione di: cordami, vele, oli, carta, medicinali ed alimenti. Si è diffusa in tutto il mondo grazie alla sua rapida crescita, all’adattabilità a svilupparsi anche in terreni più ostili, e all’incredibile resistenza delle sue fibre.

Appartiene alla famiglia delle Cannabacee di cui fa parte anche l’Humulus (luppolo). Normalmente si differenzia in pianta maschio e pianta femmina, la prima caratterizzata dalla presenza di fiori a grappolo i quali rilasceranno il polline trasportato dal vento che andrà ad impollinare i fiori della pianta femmina costituiti da un calice contenente un ovulo e da un coppia di pistilli. Le piante femmine sono quelle che producono la resina contenente i principi attivi della canapa. La più alta concentrazione di resina si ha nel calice dei fiori, dove si andrà a formare il seme.

Le tipiche foglie della canapa sono opposte, picciolate e composte da foglioline seghettate, sempre in numero dispari fino ad un massimo di 13 punte, secondo lo sviluppo della pianta. Crescono opposte fino all’inizio della fioritura dopo di che possono svilupparsi alternate.

E’ una pianta annuale, poco esigente, si coltiva senza l’uso di fertilizzanti e pesticidi, si adatta facilmente a tutte le latitudini ed altitudini ed a tutti i tipi di terreno, anche se preferisce terreni ben drenati. Ha una lunga radice a fittone, in alcuni casi lunga come la pianta stessa, la quale può raggiungere altezze variabili tra 1 e 5 metri.

pianta canapa
foglia canapa
foglia canapa

La Cannabis Sativa L. a sua volta si divide in 3 sottospecie comunemente riconosciute: cannabis sativa, cannabis indica e cannabis ruderalis.

La cannabis sativa è stata largamente impiegata per la produzione di fibra e tessuti, ha origine equatoriale e sud americana, ha un tempo di fioritura più lungo e di conseguenza cresce più alta, dai 3 ai 5 metri, con ramificazioni più rade e foglie sottili ed affusolate.

La cannabis indica è invece originaria della regione dell’ Hindu Kush, in Asia, ed è stata in passato impiegata per preparazioni mediche in quanto la sua produzione di resina e principi attivi è molto più elevata. Il suo tempo di fioritura è più breve, cresce più bassa (circa 1,5 metri) e tozza, con foglie larghe e fiori molto compatti e pesanti.

Infine la cannabis ruderalis, originaria dell’Europa centrale, è una pianta di ridotte dimensioni e con una produzione di resina molto bassa che si differenzia dalle altre per la sua particolarità di fiorire indipendentemente dalle ore di luce a cui è esposta, infatti le piante sative ed indiche iniziano la produzione di fiori quando le ore di luce iniziano a diminuire rispetto a quelle di buio, arrivando a maturazione verso la fine dell’estate o inizio dell’autunno. Al contrario, la ruderalis, fiorisce a poche settimane dalla nascita indipendentemente dal periodo, avendo una maggior crescita se maggiormente esposta alla luce del sole.

 

La facilità di incrocio fra due genetiche di cannabis diverse ha portato ad averne al giorno d’oggi una svariata quantità di tipi diversi. Abbiamo quindi molte varietà di cannabis utilizzata a scopo industriale, alcune da fibra ed altre da seme, come la futura o la fedora19 con una bassissima percentuale di THC, sempre sotto lo 0,6%. Ci sono poi le genetiche adatte allo scopo ludico religioso, in cui si cerca un effetto psicotropo più marcato e quindi percentuali di THC più alte, le quali possono arrivare a superare il 20% di principio attivo. L’incrocio tra ruderalis con indica o sativa ha creato piante con un’ abbondante produzione di resina ed un tempo di fioritura più breve e non dipendente dal fotoperiodo, le cosi dette autofiorenti.

 

Le più famose genetiche di cannabis ad uso ricreativo sono le Kush, Skunk, Haze, White Widow. Ci sono poi le varietà più adatte allo scopo medico, qui si cerca di aumentare i livelli di CBD, il quale oltre ad avere numerosi effetti terapeutici contrasta l’effetto psicotropo del THC e ne modula quello terapeutico. Recentemente in Italia si è affidata la produzione di cannabis medica all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, ma la scarsa qualità e quantità di infiorescenze prodotte continua a far prevalere l’importazione dall’estero.

Bedrocan è sicuramente la cannabis più famosa per uso medico, prodotto standardizzato e distribuito nelle farmacie e negli ospedali, ma sono molte le banche del seme che offrono genetiche adatte allo scopo medico, come Sensi Seed o CBD Crew.
La canapa ha svariate applicazioni anche in campo industriale, qualcuno sostiene infinite, in quanto può essere utilizzata in ambito tessile, alimentare, cosmetico e farmaceutico. Può sostituire la maggior parte dei prodotti fabbricati con petrolio, legno e cotone, compresa la carta e la plastica ed attualmente è molto impiegata nel campo della bioedilizia.
E’ amica dell’ambiente in quanto richiede poco acqua per la crescita e nessun pesticida o diserbante. Durante il suo ciclo di vita (molto breve essendo pianta annuale) assorbe molta co2 (circa 4 volte più degli alberi) e bonifica e diserba i terreni in cui cresce.

Nel futuro del nostro pianeta, sempre più inquinato e sfruttato, c’è quindi spazio per una materia prima che può portare ricchezza all’uomo e all’ambiente, con la qualità e la salubrità dei sui derivati, riduzione dell’inquinamento e risparmio energetico:

la CANAPA
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